La sindrome della bocca che brucia
Una patologia poco nota ai non specialisti
La “Sindrome della bocca che brucia” (BMS: Burning Mouth Syndrome), definita anche stomatodinia, disestesia orale, glossodinia, glossopirosi e stomatopirosi, è una patologia cronica di origine al momento sconosciuta, molto diffusa nel sesso femminile, in costante crescita e variamente invalidante, caratterizzata dal sintomo-bruciore, in grado di interferire gravemente sulla qualità della vita. In Italia ne soffre circa un milione e mezzo di pazienti, prevalentemente donne in epoca perimenopausale, assumendo la dimensione di vera e propria patologia sociale.
La diagnosi di BMS comprende tutte le forme di bruciore della cavità orale, compresi i disturbi caratterizzati da sensazione di dolore o “puntura”, a condizione che i sintomi durino da oltre 4-6 mesi ed in presenza di mucosa orale clinicamente sana, con assenza di conclamate alterazioni patologiche sistemiche o locali e di anormalità negli esami di laboratorio. La diagnosi di BMS viene quindi formulata dopo aver escluso altre patologie che possano causare bruciore orale, quali alterazioni ormonali in menopausa, diabete, anemia, patologie cerebro-vascolari, sclerosi multipla, deficit nutrizionali, patologie tumorali, malattie di origine dentale e parodontale, problemi alla articolazione temporo-mandibolare (ATM), patologie delle ghiandole salivari, candidosi, sinusiti, lichen planus, stoma- tite aftosa e altre patologie della mucosa orale, nevralgia posterpetica, nevralgie facciali atipiche, nevralgia trigeminale. Il dolore della BMS è di tipo cronico, spontaneo, continuo, e può diffondersi all’intero cavità orale o limitarsi a lingua e labbra, causando problemi di insonnia, irritabilità, ansia e depressione, con grave limitazione della qualità della vita e problemi nelle relazioni sociali, sovente legate alla paura che possa trattarsi di patologia tumorale. I sintomi sono esacerbati dal contatto delle mucose con cibi caldi, speziati, piccanti, o a contenuto acido (limone, pomodoro, ananas, frutta acerba), bevande gassate, succhi di frutta, fumo di tabacco, menta, cannella e altre spezie, agrumi in genere, caffè. La malattia, con il suo decorso cronico che può durare mesi o anche molti anni, facilmente induce un permanente stato di irritabilità, insonnia, depressione, inibizione ai rapporti interpersonali, ecc. La risoluzione del problema a volte si manifesta con la improvvisa regressione della sintomatologia, ma a volte si ha nel tempo soltanto una certa attenuazione della sintomatologia. Patologie associate sono la vulvodinia (dolore urente in sede genitale), anodinia (bruciore in sede anale), alterazioni del gusto (sapore metallico, salato), disturbi gastrointestinali, faringodinia (dolore alla gola), odinofagia (dolore alla deglutizione).
CAUSE Sovente interpretata in passato anche come somatizzazione di stati ansiosi, la BMS è in effetti associata a fobie e anche a stati depressivi (difficile peraltro separare le cause dagli effetti); il bruciore, inoltre, compare in genere dopo eventi stressanti, sembra però assolutamente plausibile anche un’origine organica, visto che recenti studi hanno evidenziato una signicativa riduzione di bre nervose sub-papillari ed epiteliali, con densità e alterazioni morfologiche diffuse. Dal punto di vista causale, nella forma primitiva è impossibile evidenziare cause scatenanti. La forma secondaria, viceversa, può essere provocata da secchezza delle mucose, soprattutto in donne anziane, riduzione della salivazione (come accade nella sindrome di Sjogren), sensibilizzazione da contatto (materiali delle protesi o delle otturazioni dentarie, colluttori, dentifrici.), allergie ad alimenti, micosi (come il “mughetto”), infezioni batteriche e virali, farmaci (frequente la segnalazione in concomitanza di impiego di beta bloccanti), diabete, carenze vitaminiche e nutrizionali (zinco, ferro), reflusso gastro-esofageo, traumatismi da protesi dentarie o da spazzolamento energico della lingua e delle gengive), patologie a carico della tiroide e altre malattie endocrine, anemia, lichen planus orale, pem go delle mucose e afte orale. Frequentemente la BMS, sia primitiva che secondaria, si associa ad alterazione delle sensazioni gustative con sensazione di sapore amaro o metallico in bocca (disgeusia), con possibilità tutt’altro che rara di induzione di anoressia in quanto la paziente è portata a mangiare meno, sia per la perdita di piacere nei cibi che per paura che il cibo possa scatenare o aggravare bruciore e dolore. “Ex-juvantibus” (cioè in base al miglioramento dopo terapia) sembrano comunque implicate alterazioni enzimatiche, viste le segnalazioni di pazienti che traggono giovamento dall’assunzione di normalizzatori enzimatici (Citozym), mantenuti a lungo nel cavo orale prima della deglutizione.
TERAPIA. Prima dell’avvento di integratori biodinamici proenzimatici la terapia si fondava essenzialmennte sull’impiego di benzodiazepine (anche topicamente: clonazepam, utilizzato come miorilassante), antidepressivi, capsaicina topica, gabapentina, amilsulpiride ed inibitori selettivi del re-uptake della serotonina (quindi, a parte la capsaicina, di fatto estratto di peperoncino, tutti farmaci neurologici dall’importante fardello di effetti collaterali ed assuefazione. Anche gli antistaminici sono stati utilizzati, con successo variabile, mentre i colluttori cortisonici sono generalmente inutili.Anestetici locali per un sollievo temporaneo e saliva arti ciale completano il quadro dei “tentativi”, sistematicamente di scarso successo. Oltre alla possibilità di agire con preparati a base di peperoncino, quasi per “coprire” il bruciore con un altro bruciore, in ambito toterapico sono stati utilizzati zenzero, rafano e sostanze vegetali caratterizzate da effetto simile alla capsaicina o, all’opposto, blandamente anestetizzanti, quali il chiodo di garofano. Sono anche consigliati cubetti di ghiaccio da sciogliere in bocca, in grado di ridurre temporaneamente la sensibilità delle mucose e miele, Aloe, Olio di lavanda, che possono dare qualche bene cio. L’osservazione della prevalenza femminile per questa patologia e la frequente associazione con vulvodinia hanno spinto a veri care l’efficacia di protocolli biodinamici in grado di interferire con anomalie ormonali, sempre suggerendo alle pazienti di mantenere per svariati minuti Citozym in contatto con la lingua e le parti della cavità orale con problemi di bruciore/dolore; a conferma empirica, in base all’efficacia spesso sorprendente di tale raccomandazione, che anomalie enzimatiche dei tessuti della lingua e delle sue intro essioni siano, alla base dell’alterata sensazione nocicettiva che le pazienti affette da BMS presentano.