Meduse e altri sgraditi compagni di vacanza
Le meduse sono organismi dalla struttura semplicissima: un corpo centrale da cui si dipartono i tentacoli che possono variare per numero e dimensioni. Sulla superficie sono presenti organuli microscopici chiamati cnidociti o cnidoblasti che contengono un particolare corpicciolo chiamato nematociste: quando le meduse toccano un corpo estraneo gli cnidociti espellono violentemente le nematocisti che penetrano come frecce nel corpo estraneo, iniettando tossine.
Le biotossine prodotte dalle meduse possono indurre danni cutanei e anche sintomi sistemici soprattutto a carico dell’apparato respiratorio, cardiovascolare e nervoso. Queste biotossine sono inattivabili dal calore e digerite dagli enzimi proteolitici intestinali: per questo motivo le meduse sono dette “velenifere” e non velenose, in quanto innocue se ingerite. Avvertenza importante: quando ci si imbatte nuotando in meduse rientrare a riva con calma, in quanto i movimenti scomposti aumentano il rischio di contatto. Se il contatto avviene è importante non strofinare la parte o grattare (potrebbe liberarsi altro veleno da nematocisti ancora integre) e non utilizzare (come spesso suggerito) ammoniaca, che potrebbe solo complicare la situazione. Anche i cortisonici topici sono inutili (diverso discorso, ma di competenza medica, il loro impiego orale) molto meglio lavare la parte interessata con acqua di mare (mai acqua dolce, che potrebbe favorire per motivi osmotici la rottura di nematocisti ancora intatte).
Preparazioni astringenti, come il cloruro di alluminio, servono a bloccare la diffusione di tossine e a calmare il prurito. Un importante e in qualche modo “inatteso” aiuto viene offerto da un preparato biodinamico formulato in realtà per stimolare il metabolismo dell’alcol (Citoethyl), a dimostrazione del carattere “unitario” dei fenomeni vitali: lavando immediatamente con Citoethyl la zona colpita dalle “punture” di medusa (ma anche di altri sgraditi compagni di vacanza: tracine, api, vespe, zanzare e altri insetti), si ottiene un immediato sollievo, spiegabile con la disattivazione degli enzimi presenti nelle biotossine. Indipendentemente dall’eliminazione del disturbo locale è consigliabile comunque rivolgersi sempre al medico per una valutazione generale, soprattutto quando sintomi come difficoltà a respirare, cefalea, vertigini, vomito e stato confusionale possono far pensare, in casi fortunatamente non frequenti, all’insorgenza di una reazione anafilattica, dove la tempestività di intervento è di fondamentale importanza.